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Channel: Commenti a: A.A.A. Stanze letterarie contemporanee cercasi
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Di: stefanoscalich

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La stanza era stata, in origine, una sala da ballo,
e Eddie Mars l’aveva trasformata solo il minimo indispensabile.
Niente bagliori di cromature, luci diffuse,
quadri di vetro fuso e poltrone di cuoio dai colori chiassosi.
Non c’era nessun segno dello pseudo-modernismo
del tipico locale notturno hollywoodiano.
L’illuminazione era data da candelieri di cristallo pesante
e il damasco rosa delle pareti era ancora il damasco rosa originario,
sebbene sbiadito dal tempo e scurito dalla polvere.
Era lo stesso damasco scelto apposta per accordarsi col parquet,
del quale era visibile solo un piccolo spiazzo,
lucido come uno specchio, davanti all’orchestra.
Il resto era coperto da uno spesso tappeto color rosa antico,
che doveva esser costato un occhio della testa.
Il pavimento era fatto di almeno dodici qualita’ di legno,
dal tek della Birmania alla quercia in diverse sfumature,
a un legno rossastro che assomigliava al mogano.
Era ancora una bella sala, anche se ora vi si giocava alla roulette,
invece di intrecciare compassate danze d’altri tempi.
Tre tavoli da gioco erano addossati alla parete di fondo,
li circondava una ringhiera di metallo,
che separava i croupiers dal pubblico.
A tutti e tre i tavoli si giocava,
ma quello centrale era il piu’ affollato.

–– Raymond Chandler, Il grande sonno, capitolo 22


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