Segnalo “Viaggi nello scriptorium” di Paul Auster. In diverse parti del libro ci sono descrizioni dell’ambiente. Ecco parti dell’incipit:
Il vecchio è seduto sull’orlo del piccolo letto con le mani appoggiate a palmi aperti sulle ginocchia, la testa bassa, gli occhi al pavimento. Non si sogna nemmeno di pensare che nel soffitto proprio sopra di lui sia nascosta una macchina fotografica. A ogni secondo l’otturatore fa uno scatto silenzioso, producendo ottantaseimilaquattrocento fotogrammi per ogni rivoluzione della Terra. […] Nella stanza c’è un certo numero di oggetti, e sulla superficie di ciascuno è incollata una striscia di nastro adesivo bianco con una sola parola scritta a stampatello. Per esempio, sul comodino c’è la parola COMODINO. Sulla lampada c’è la parola LAMPADA. Anche sul muro, che non sarebbe a rigore un oggetto, c’è una striscia di nastro con scritto MURO. […] Ha indosso un pigiama di cotone a righe gialle e azzurre e un paio di ciabtte di pelle nera. Dove sia esattamente, non gli è chiaro. Nella stanza, d’accordo, ma in quale edificio si trova la stanza? In una casa? In un ospedale? In una prigione? […] Nella stanza c’è una finestra, ma ha la tendina abbassata, e a quanto ricorda lui non ha ancora guardato fuori. Lo stesso vale per la porta con il pomolo bianco di porcellana. E’ chiuso dentro, o è libero di andare e venire dove vuole?